Sei un imprenditore o un lavoratore autonomo? A cosa ti serve sapere chi ha inventato il marketing? Lo scoprirai leggendo. Fidati, non è una perdita di tempo.
La domanda giusta sarebbe: Chi ha inventato il marketing moderno?
Google risponde con un titolone (su pc).

Un momento: se esiste anche un marketing moderno, dovrebbe esistere anche il suo contrario, un marketing antico, vecchio, sorpassato, superato, fuori moda, obsoleto. Esiste e non l’ha inventato il solito americano.
Qualcuno ha inventato il marketing prima di Philip Kotler?
L’idea del marketing esiste, probabilmente, da quando gli esseri umani hanno iniziato a fare scambi: cibo in cambio di pelli o manufatti, eccetera.
Forse, già allora, una scheggia di ossidiana valeva più di una coscia di bisonte e i nostri antenati, probabilmente, percepivano già che un utensile da caccia fosse più importante di un pezzo di carne perché era grazie a quell’attrezzo che ci si poteva difendere e procurare cibo.
Quella differenza di valore, di importanza dovuta all’uso e allo scopo, forse aveva già originato le prime dispute e contrattazioni, gettando le basi per la nascita del paragone, del confronto tra due oggetti e delle leggi che governano il marketing moderno.
Allora esisteva il marketing prima di Kotler?
Parlando di primitivi, potremmo arrivare ad affermare che il marketing, nella sua essenza, non è stato inventato da Philip Kotler, da Al Ries o Frank Merenda, Seth Godin, né da Neil Patel, Guy Kawasaki o Mark Schaefer.
Neppure da Gary Vaynerchuk né Dan Kennedy anche se tutti i menzionati ne parlano e scrivono tanto da essere molto spesso considerate le “fonti ufficiali di riferimento”. Almeno in occidente. Neppure Steve Jobs ha scritto le leggi del marketing, tantomeno Jerome McCarthy o Rosser Reeves.
Le prime righe scritte sul marketing, cioè le attività che un’azienda intraprende per promuovere l’acquisto o la vendita di un prodotto o servizio, in parole povere, l’arte di vendere, sono state scritte da Geoffrey Chaucer del quale molto probabilmente non avrai mai sentito parlare.
Chi era Geoffrey Chaucer?
Geoffrey Chaucer nacque a Londra nel 1343 e vi morì il 25 ottobre 1400.
È stato uno scrittore, poeta, cantante, burocrate e diplomatico inglese. Viene spesso riconosciuto come il padre della letteratura inglese.
Benché abbia scritto diverse opere importanti, viene di solito ricordato in particolare per il suo capolavoro, pervenutoci incompleto, de I racconti di Canterbury.
Forse non è un caso che “il padre e il nonno fossero entrambi dei viticoltori e che, prima di questa attività, la famiglia avesse gestito dei commerci ad Ipswich per diverse generazioni. Il suo cognome ha origini francesi (chausseur) e significa “calzolaio”. (Fonte: Wikipedia)
Parenti agricoltori e commercianti: che dire, aveva l’idea del marketing nel DNA.
Dove e come cita il marketing nella sua opera maggiore?
Chaucer scrisse “I racconti di Canterbury” nel XIV secolo, nel 1386 circa.
Nel prologo al racconto della Comare di Bath si legge:
“È proprio vero che noi donne abbiamo strani capricci a questo riguardo [n.d.t. si parla del rapporto con il defunto quinto marito]: appena c’è una cosa che non sia facile avere, vi piangiamo e strepitiamo dietro tutto il giorno; proibiteci una cosa, e noi vogliamo proprio quella; teneteci strette e noi scappiamo; con renitenza tiriamo fuori la nostra mercanzia: troppa gente al mercato fa salire il prezzo, e prezzo troppo modico fa scader la merce. Son tutte cose che una donna di buon senso sa.”
Geoffrey Chaucer
Potresti arguire che non c’è una sola parola sul marketing.
Tuttavia, nella riga “troppa gente al mercato fa salire il prezzo, e prezzo troppo modico fa scader la merce” ravvisiamo le basi di una delle leggi del marketing che ritroveremo applicata sei secoli dopo.
Attenzione a non farti ingannare però.
Il termine “mercanzia” in questo contesto rappresenta l’aspetto fisico o sessuale delle relazioni tra uomini e donne, e l’autore sta commentando i comportamenti e i desideri delle donne in relazione a questo aspetto.
Tuttavia, io sono convinto che Chaucer abbia volutamente usato questa metafora, attingendo alle vicende della famiglia di origine e che resti innegabile il collegamento tra la mercanzia esposta nei negozi e sulle bancarelle del mercato che certamente l’autore ha potuto osservare e la mercanzia cui si fa riferimento nella citazione.
Perché devi riflettere sull’invenzione del marketing per la tua attività?
Al di là della metafora, perfino intrigante e spassosa, la frase di Chaucer citata, contiene un concetto che può essere collegato a una delle leggi fondamentali del marketing, conosciuta come la legge della domanda e dell’offerta.
Anche se Chaucer non si riferiva esplicitamente al marketing nel suo contesto storico, il principio sottostante alla sua affermazione riflette una dinamica di mercato che è stata studiata e applicata nel campo del marketing moderno.
La legge della domanda e dell’offerta stabilisce che il prezzo di un prodotto o servizio è influenzato dalla quantità di domanda e offerta presenti sul mercato.
In parole semplici, se c’è molta domanda per un prodotto o servizio e la sua disponibilità è limitata (offerta limitata), il prezzo tende ad aumentare.
Al contrario, se c’è poca domanda o un’elevata disponibilità (offerta abbondante), il prezzo tende a diminuire.
Nel caso della frase di Chaucer, l’idea che “troppa gente al mercato fa salire il prezzo” significa che quando c’è una grande domanda per un prodotto o servizio, il prezzo può aumentare a causa dell’interesse elevato.
D’altra parte, l’affermazione “prezzo troppo modico fa scader la merce” suggerisce che se il prezzo è troppo basso rispetto alla percezione del valore del prodotto o servizio, la domanda potrebbe diminuire poiché i consumatori potrebbero dubitare della qualità o del valore intrinseco.
Un esempio di quanto poco conti la qualità perfino nel cibo
Vai in un “supermercato a basso costo” o “supermercato discount” sul genere Lidl, Dipiù, Eurospin, Penny Market, Despar, Simply Market, Tuodi, MD Discount, Dok, Todis, eccetera.
Osserva con attenzione il modo in cui le persone, in genere, maneggiano i prodotti quando li mettono nel carrello e quando li posano sul nastro trasportatore alla cassa.
Moltissime volte non si rendono conto di “gettarli” letteralmente anziché riporli con un minimo di cura. Le uova non fanno testo.
Io sono arrivato alla conclusione che il valore percepito e il prezzo di un prodotto possano condizionare il comportamento della maggioranza delle persone.
“…prezzo troppo modico fa scader la merce” scriveva Chaucer. Osserva come molti trattano frutta e verdura negli hard discount. Nessun rispetto per il cibo. Per non parlare di come trattano le patatine e pop corn!
Trattiamo il sacco delle patate come lo smartphone?
A questa mancanza di rispetto per ciò che molti “buttano” nel carrello, fa da contraltare una maggiore attenzione per articoli di abbigliamento e altri generi, come elettrodomestici e articoli digitali.
Dipenderà dal fatto che si acquistano uno alla volta e il rapporto valore/prezzo giustifica un minimo di cura?
Anche in questo caso dipende. Esistono persone che trattano lo smartphone, il telecomando e altri oggetti “delicati” come fossero sacchi della spazzatura.
A tanta attenzione durante l’acquisto sovente non corrisponde lo stesso rispetto quando l’oggetto è diventato di “uso quotidiano”. Ha perso il suo valore? Il suo potere di attrazione? Non è più nuovo?
L’oggetto del desiderio ha già esaurito la sua funzione pratica e psicologica?
Sono certo che molti altri fattori influenzino il comportamento delle persone come paese d’origine, livello culturale, ceto sociale, livello di consapevolezza e abitudine a una forma di “rispetto di base” per cose e persone.
Sono anche sicuro che per chi possiede o gestisce un’attività indipendente, sia d’obbligo una riflessione costante e non occazionale su come prezzo alto e prezzo basso siano fattori determinanti per il successo delle vendite e dell’attività nel suo complesso.
Nel campo dei beni di lusso, ad esempio, il prezzo (oltre a molti altri fattori) è una forma di segmentazione della clientela quindi di creazione della domanda da parte di un pubblico con caratteristiche omogenee.
Così come il prezzo scontato, il prezzo stile discount siano armi di condizionamento di massa che, a loro volta, determinano le abitudini d’acquisto del pubblico, principalmente attirato dall’idea della convenienza, termine d’importanza dominante nell’attuale società e di cui ho già scritto nella serie parole che vendono.
In sintesi
Il paragrafo di Chaucer riflette una comprensione intuitiva delle dinamiche di mercato che dopo secoli ritroviamo formalizzate e applicate nel campo del marketing come legge della domanda e dell’offerta.
Quindi, sebbene Chaucer non abbia utilizzato il linguaggio specifico del marketing, il suo concetto è rilevante per comprendere i principi che governano le strategie di prezzo e le dinamiche di mercato.
Per questo sono convinto che Geoffrey Chaucer possa essere considerato, in qualche modo, il padre del marketing moderno.
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