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Comunicazione aziendale, Web Marketing, Social Media Marketing.

Gestione del Tempo: non basta un calendario?

La gestione consapevole del tempo è utile ma può anche nascondere un problema riguardante obiettivi e priorità. In fondo al post il mio elenco aggiornato di app per la gestione del tempo.

Gestione Del Tempo E Relax

La gestione il tempo, ancora oggi, è uno degli argomenti in cima alla lista dei più ricercati. Perfino il contadino che coltiva e vende le sue patate al mercato locale in Nigeria ha tanti impegni da dover usare una app di Time Management e uno smartphone per conoscere in tempo reale l’andamento del prezzo delle patate.

Gestire il tempo è diventato imperativo per ogni manager, dirigente, capo reparto, e giù fino alla base della piramide produttiva dove sta il semplice dipendente  che appena esce dal lavoro scappa in palestra, al corso di yoga o di cucina messicana, al corso di mindfulness oppure ha cento altri impegni prima di andare a letto che senza una app di gestione del tempo sarebbe difficile ricordare, spostare, rimandare, registrare, condividere.

Sa un po’ di giornata folle no? No, è la normalità che miliardi di persone chiamano “vita quotidiana”.

Siamo sicuri che per gestire gli impegni di lavoro e privati serva una app o dobbiamo fare un corso di gestione del tempo per imparare a suddividere i nostri impegni in urgente e importante, importante e non urgente, urgente e non importante e non importante e non urgente come nella matrice di Eisenhower o Matrice di Covey o matrice urgente/importante?

Io non sono sicuro che la gestione del tempo sia una cosa importante. Al contrario penso che se arriviamo a non saper gestire la nostra giornata con un calendario sulla scrivania o con quello di Outlook o Google Calendar, allora c’è qualcosa che non funziona e non è il metodo per la gestione del tempo ma siamo noi stessi.

Gestione Del Tempo

Voglio portare la tua attenzione su come, proprio sui siti web dedicati al miglioramento delle performance personali si faccia un uso delle parole che ritengo molto pericoloso e immorale; lo scopo, consapevole o meno, è di spingere le persone a sentirsi inadeguate, incapaci di raggiungere obiettivi se non si conformano, inadatte se non hanno o se non fanno o se non sono “la parte migliore di sé”. Follia.

Ho sottolineato apposta tre parti di un articolo come tanti che sfruttano una condizione diffusa di insoddisfazione.

“Come gestire al Meglio…” Serve a stuzzicare l’ego del lettore, quell’ego che vuole sempre di più, che non si accontenta mai, che spinge le persone a cercare la soddisfazione in qualcosa di migliore che, ovviamente, trasforma quello che le persone hanno in “mai abbastanza”.

“Se non sai gestirla…” È la frase che scatena la paura di non essere all’altezza di qualcosa o qualcuno; il suo scopo e spingere ad agire subito, a leggere, a compiere un’azione sul sito, ad acquistare.

Non sapere fare qualcosa, nell’era del materialismo e della manipolazione, è diventata una delle paure che agisce più in profondità perché si collega alla nostra infanzia e a schemi mentali come la punizione per non sapere fare, non aver fatto, non essere adeguati, non volere integrarsi, … Se non sai fare una cosa hai solo due possibilità: impararla più in fretta che puoi o venire punito in qualche modo, come non farti sentire di appartenere più all’élite di chi sa e proprio per questo riveste una posizione superiore nella scala sociale.

“Efficace…” Il termine implica l’esistenza del suo opposto. Fra i sinonimi troviamo produttivo, proficuo, utile, vantaggioso. Se non siamo efficaci siamo improduttivi, inutili, non facciamo gli interessi del gruppo con il quale ci identifichiamo e tantomeno dell’azienda per la quale lavoriamo. Essere efficaci ed efficienti è il dogma che incolla ogni lavoratore alla sua postazione di lavoro e che innesca il meccanismo della ricompensa: maggiore efficienza, maggiori ricompense tangibili come il denaro o intangibili come la considerazione sociale.

Questa frase “… se non sai … non puoi essere…” usa una sequenza di parole che ci ricordano ricatti nell’infanzia di molti (se non finisci i compiti vai a letto senza cena, se non ottieni ottimi voti niente vacanze,…) per influenzare la mente del lettore e confermarne il bisogno opposto, saper per essere, se non so non sono ma se conosco, se so gestire il tempo, allora sono efficace.

Poi c’è un altro motivo che mi fa dire che la gestione del tempo non ha tutta l’importanza come ancora oggi qualcuno farci credere.

Se siamo imprenditori o professionisti e non riusciamo a gestire la nostra giornata di lavoro, secondo me c’è un problema sullo sfondo e potrebbe essere fra questi due.

Non abbiamo chiarito a noi stessi uno o più risultati che vogliamo raggiungere.

Siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta, quella che sentiamo veramente come il nostro obiettivo professionale? Oppure  nascondiamo il nostro sogno nel cassetto dietro una marea di concetti, consigli, opinioni, idee e sogni di altri?

Non abbiamo stabilito l’ordine delle cose da fare.

Siamo sicuri di aver individuato con chiarezza e nella giusta sequenza tutti i passi che ci permetteranno di raggiungere un determinato risultato? No, non è la matrice di coso. È una domanda razionale che serve a farci tirare fuori quello che sta dietro le apparenze. Voler ottenere un risultato richiede di fare cose fra le quali può nascondersena una che non ci piace proprio. La mettiamo in programma ma troviamo sempre il modo di scansarla o farla male.

Perciò riassumiamo:

  • Siamo certi che la nostra giornata è talmente piena di impegni da dover usare un metodo di gestione del tempo oppure dietro il nostro affannarci si nasconde qualcosa che non vogliamo affrontare?
  • Siamo sicuri di aver chiarito bene a noi stessi cosa vogliamo fare a livello professionale e personale?
  • Abbiamo chiari i passi per raggiungere un determinato risultato?

La gestione del tempo sembra una medicina inevitabile in una società nella quale le persone rincorrono il momento successivo, quello che c’è da fare dopo, più tardi o domani.

Crediamo che gestire il tempo ci consenta di controllare il futuro e questa è la prima causa dell’ansia che ci accompagna da mattina a sera causando ogni anno un numero spaventoso di malattie di ogni sorta.

Ti risparmio grafici e dati che piacciono molto a Google ma in questo contesto li evito: ne hai già visti troppi.

Infatti non cercherò di solleticare la tua morbosa curiosità o mettere in moto le tue emozioni citando statistiche di morti e malattie causate da ansia e stress.

Tutti sappiamo che ansia, depressione e stress generano o contribuiscono a generare il malfunzionamento di tutti gli organi del nostro corpo fino a causare malattie fatali. Lo dicono medici, scienziati, ricercatori, studiosi, dati forniti dagli ospedali e dagli enti che si occupano della salute pubblica in ogni nazione.

Se proprio vuoi il parere di un medico di cui puoi fidarti leggiti “Il cervello anarchico” di Enzo Soresi. Enzo Soresi, medico chirurgo, specializzato in malattie polmonari ed oncologia clinica, presso l’ospedale di Niguarda si è occupato soprattutto di neoplasie polmonari, sul tema ha pubblicato oltre 150 lavori scientifici su riviste nazionali ed internazionali.

Quindi la gestione del tempo non serve.

La gestione del tempo può essere necessaria se hai una valanga di impegni e appuntamenti ma questa non è la scusa per vivere nel futuro.

Al contrario, usare la gestione del tempo è la ragione per restare focalizzati nel momento presente, fare ciò che abbiamo deciso di fare, incontrare le persone che dobbiamo incontrare ed essere presenti in ogni istante della nostra giornata quando è richiesta la nostra concentrazione in attività pratiche.

La gestione del tempo è lo strumento per aiutarci a vivere nel presente, dedicarci in modo esclusivo e totale alle persone quando ci relazioniamo con loro ma al tempo stesso consentire alla nostra consapevolezza di essere sempre presente sullo sfondo, come il sole che tramonta dietro le montagne in una fotografia.

Se usiamo la gestione del tempo per non cadere nella trappola di una vita convulsa, nello stress costante che ci fa ammalare, allora anche un calendario è sufficiente a non farci arrivare in ritardo alla riunione dell’ufficio vendite.

Gestire il tempo con un calendario serve anche quando vuoi fare Personal Branding e devi pianificare la pubblicazione dei contenuti su diversi mezzi e social media. Molti consiglieranno un Piano Editoriale, ma se non vuoi ritrovarti nel caos fidati di me: all’inizio un calendario per la gestione del tempo può anche comprendere cosa, dove e quando pubblicare per fare Personal Branding.

Per approndire leggi anche Personal Branding e gestione del tempo

Conclusione.

  • Cambi spesso sistema di gestione del tempo?
  • Sei alla continua ricerca del metodo migliore per gestire i tuoi impegni?
  • Non riesci a portare a termine un’attività dopo che è iniziata?
  • Salti fra gli impegni sul tuo calendario senza curarti delle priorità?
  • Continui a posticipare alcune attività o impegni da una settimana all’altra?
  • Hai difficoltà a dormire e riposare o soffri di qualche disturbo che ti preoccupa?
  • Stacchi la spina con regolarità oppure passi ore e giorni sulla stessa attività senza distrarti?

Se hai risposto con un sì alla maggioranza delle domande non credo che basti la tecnica del pomodoro o del radicchio trevigiano, il metodo S.M.A.R.T. o la matrice di coso per risolvere il tuo problema.

Perciò, se non ti basta un calendario come quello di Google e il diagramma di Gantt è un mostro dalle cento teste forse dovresti farti delle domande.

Non posso fare a meno di un’agenda o di un calendario online.

Se riesci a non essere schiavo di un gestionale o di un’agenda e cerchi alternative al calendario di Google oppure vuoi un project management con più funzioni, ecco un elenco aggiornato al 2021.

Quelli che ho trovato sono fra i più facili e intuitivi sistemi che comprendono diverse funzioni, dalla gestione progetti anche piccoli alla gestione del tempo.

In questo post ho fatto considerazioni sulla gestione del tempo per imprenditori e professionisti, ricordato che gestire la propria agenda aiuta a restare coi piedi per terra, ancorati al presente e fatto un elenco delle applicazioni più facili per gestire impegni, compiti, appuntamenti e anche piccoli progetti per micro, piccole imprese e professionisti o piccoli team di lavoro.

Cosa usi per la tua gestione del tempo?

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Marino Baccarini

Sono un consulente in Comunicazione Aziendale, Web marketing e Social Media Marketing.

Offro le mie competenze ad aziende e professionisti che desiderano creare relazioni con potenziali clienti per incrementare le vendite impiegando i mezzi della comunicazione crossmediale, il Web Marketing ed il Social Media Marketing.

Il mio interesse primario è diffondere la pratica della Mindfulness nelle aziende e invitare le imprese a trasformarsi in Aziende Socialmente Impegnate (non è la stessa cosa del protocollo CSR).

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Ciao Marino,
    per cominciare, grazie dei tanti “spunti” di riflessione, pertinenti e interessanti, che ricevo su Telegram.

    Quest’ultimo articolo in particolare lo trovo molto centrato e realistico, oltre che ben articolato.

    Personalmente, da circa 2 anni ho trasformato il B&B in una sorta di Guest-house con molti meno servizi e molto piú tempo libero, che in effetti fatico a gestire. Il mio obiettivo non é piú economico, ma un misto di socialmente utile, artistico e “affettivo” che non so però bene definire e realizzare. Al momento mi sento come “sospesa”, o galleggiante. Ho tante idee e abbastanza confuse! 🙂 Ultimamente, ho un amico con cui cominceremo a dare corpo ad un progetto in particolare, ma mi rimane il resto da capire come dirigerlo.
    Non parlo di “aziende” socialmente utili ma di associazioni, presumo.
    Quindi non so se le tue competenze in merito si riferiscano anche a questi aspetti.

    Grazie ancora comunque!

    E buona domenica!

    Loretta

    1. Ciao Loretta,
      sono contento che in qualche modo i miei contenuti ti siano utili, se non altro a mettere in moto ragionamenti che è il mio obiettivo principale.

      Benvenuta nel club di chi ha molte idee ma non trova il bandolo della matassa. Anche io ho impiegato un bel po’ a trovare la mia “vocazione”, come si dice.

      Io credo che ogni imprenditore, professionista o commerciante, pensi di essere diverso, che la sua attività sia diversa e, per certi aspetti può essere vero. Ma c’è un elemento in comune a quasi tutte le forme di scambio, che sia a fini commerciali o sociali ed è il Brand Positioning, ovvero “quell’attività di marketing che mette la tua brand nella testa del potenziale cliente in una posizione ben specifica e quanto più possibile predominante”.

      Detta così sembra terribile e “una cosa da non fare perché immorale”. Per questo sto lavorando alla creazione del “Manifesto del Marketing Consapevole” che ha lo scopo di indicare la strada verso un marketing meno aggressivo e manipolatore e soprattutto trasparente. E questo dovrebbe essere l’obiettivo di quelle che chiamo Aziende Socialmente Impegnate (A.S.I.) le quali, diversamente dalle aziende socialmente utili che usano il concetto di responsabilità sociale d’impresa – RSI o Corporate Social Responsibility per lavarsi la coscienza così come accade per la green economy e la sostenibilità, hanno lo scopo di creare un “sistema” basato su cose molto concrete come attività sociali decise e svolte periodicamente da tutti i componenti, dal dipendente al titolare, condivisione di una parte della proprietà con i collaboratori, comportamenti quotidiani condivisi da tutte le persone, riformulazione dei ruoli aziendali nell’ottica di eliminare l’identificazione delle persone con schemi mentali vecchi e dannosi, ecc.

      Ma per tornare alla tua situazione direi che la questione non è il tipo di progetto o la forma giuridica che prenderà ma se alla base c’è un piano di Brand Positioning o meno; dal Brand Positioning parte tutto il marketing e la comunicazione e grazie a questa attività è possibile identificare chiaramente la direzione del progetto e come si svilupperà. Il bello è che il consulente di Brand Positioning aiuta solo il bambino (il business) a nascere ma il progetto è già stato concepito nella testa dell’imprenditore che però, spesso, non sa come manifestarlo.

      Spero di essere stato utile e di sentirti presto.

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