Procedure e regolamenti, policies e norme: quando finiscono per complicare anziché snellire il lavoro?
Quando i collaboratori più preparati, non possono condividere idee nuove e cambiamenti favorevoli, perché devono seguire le procedure, allora queste sono sbagliate.
Quando lo spazio per il contributo creativo di tutto il personale, è solo fumo negli occhi per camuffare aziende che si spacciano per “giovani e dinamiche” mentre, nella realtà, sono veloci come bradipi perché gestite da imprenditori ottusi, allora l’azienda i regolamenti sono inutili e dannosi.
Quando le procedure, i regolamenti interni, le norme comportamentali sono scritte solo per compiacere l’ego della dirigenza, mentre nella pratica quotidiana ogni collaboratore ha la sua personale visione del “rapporto con il cliente”, allora l’azienda vede nel cliente un pollo da spennare e nulla di più.
Perché l’impresa non è più esclusivamente quella “attività economica organizzata ai fini della produzione o dello scambio di beni o di servizi” definita dal vocabolario.
Non da ieri, l’impresa è ciò che viene definita dagli “altri”, a cominciare dai clienti. Ma ci sono anche i fornitori di prodotti, semilavorati e servizi di ogni sorta. Anche questi hanno la loro parte nel definire l’impresa. O meglio, il brand.
E qui entriamo nelle solite sabbie mobili di chi pensa che il brand sia tutto e niente, ma, soprattutto, sia qualcosa che riguarda il marchio sull’insegna, i biglietti da visita e la carta intestata.
Perciò, per tornare a noi e chiudere la faccenda, le procedure, i regolamenti, le policies che costa così tanto creare, far scrivere e seguire, in termini di euro, non servono a nessuno se non hanno senso per ogni componente dell’impresa e, soprattutto, se la loro utilità non viene compresa da tutti e non viene lasciato spazio per un continuo miglioramento.
E i miglioramenti, non scendono dall’alto come un comandamento divino, né nascono solo dal basso. Sono frutto dell’atteggiamento di ognuno e del comportamento dell’intera azienda nei confronti degli “altri”, dei clienti e del mondo. Non il contrario.
Non tutti i collaboratori sono fatti per seguire le procedure. Alcuni preferiscono seguire linee guida e sentirsi in pace con sé stessi. Altri, sono più portati al miglioramento costante contribuendo con il proprio talento. Altri ancora sono allergici a qualsiasi norma e non c’è verso di aiutarli con manuali e guide.
Perché non ci sono procedure e regolamenti buoni per tutti. La loro applicazione coattiva in ogni ambito della vita aziendale, finisce per soddisfare solo i sogni di chi vede l’impresa come una piramide.
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