Il nostro comportamento influenza le decisioni dei clienti. Non lo dico io. Lo dice la scienza e l’esperienza di tutti noi.
Il nostro modo di presentarci, parlare, fare domande, ascoltare, il nostro modo di comunicare, il linguaggio verbale e quello non verbale cambiano il risultato della vendita.
Se sorridere fa vendere di più, perché commercianti e imprenditori sono spesso tristi e stressati?
Succede ogni giorno nei bar, succede nei negozi di calzature, in banca, quando dobbiamo vendere un macchinario del valore di un milione di euro o un’attrezzatura che ne vale centomila.
E succede ogni momento della nostra giornata quando parliamo con i nostri figli, mogli, mariti, parenti, amici, conoscenti.
Succede ogni singolo istante della nostra vita.
Succede che il nostro modo di essere e porci nei confronti degli altri, cambi le cose e influenzi il modo di essere delle persone con le quali comunichiamo
Ecco perché sorridere fa vendere.
Non è il sorriso innaturale, finto, quello che ci mettiamo in faccia la mattina davanti ai clienti e che dimentichiamo quando non stiamo lavorando.
Quel tipo di sorriso è difficile da mantenere tutto il giorno e prima o poi ci stanchiamo di usarlo perché non è dentro di noi. È un sorriso che qualche manuale, corso o personal coach ci ha insegnato a sfoderare per “fregare il cliente” oppure per ottenere un aumento di stipendio o per ottenere qualcosa da qualcuno.
Il sorriso è una grande occasione per comunicare ai clienti che stiamo facendo del nostro meglio per servirli.
È facile vedere cosa può fare un atteggiamento sorridente. Basta notare la differenza nei risultati quando non sorridiamo e quando non stiamo realmente servendo il cliente.
Se lo scopo del nostro lavoro è arrivare a vendere più brioches, è cercare di portare a casa il budget mensile, è solo arrivare alla fine del processo di vendita perché così sentiamo di aver fatto il nostro compitino, allora qualcosa non funziona.
Sorridere fa vendere perché lo scopo del nostro lavoro non è vendere a tutti i costi.
Lo scopo del nostro lavoro, di tutti i lavori, è ascoltare le persone, capire quello che ci dicono e anche quello che non ci dicono e fare del nostro meglio per renderli felici. Non accontentarli alla meno peggio. Renderli felici.
Tu davvero credi che la felicità sia solo uno stato d’animo che ci prende quando partiamo per le ferie o ci fanno un regalo inaspettato a Natale?
La felicità è quello che prova il nostro cliente quando è consapevole di aver ottenuto qualcosa che desiderava e che gli cambia la giornata e migliora la sua vita in qualche modo.
Sorridere fa vendere perché fa parte del nostro modo di essere e quello che siamo dentro si vede fuori.
Se non abbiamo l’abitudine di essere gentili, se non cerchiamo VERAMENTE di capire i gusti, le esigenze, i problemi VERI dei nostri clienti, allora dobbiamo trovare il modo di cambiare. Altrimenti il lavoro non sarà una gioia. Sarà solo uno stress che ci obblighiamo a sopportare ogni giorno. E i clienti lo vedono e lo sentono.
E tutti sappiamo cosa combina lo stress. Non lo dico io, lo ribadisce il Prof. Enzo Soresi, nel suo libro “Il cervello anarchico”.
“Lo stress è lo scotto che dobbiamo pagare in maggiore o minore quantità per raggiungere determinati obbiettivi e allo stress il cervello risponde con una liberazione anomala di neurotrasmettitori che inducono nell’organismo una serie di sofferenze.”
Il modo in cui guardiamo le persone quando entrano, quando chiedono un toast, quando mostriamo l’ultimo modello di aspirapolvere o tosaerba, quando porgiamo il resto o un contratto da firmare, insomma quando comunichiamo verbalmente e con il nostro corpo, in quel momento, quello che abbiamo dentro si vede fuori. Anche se abbiamo imparato a recitare a Hollywood!
La mattina non vedi l’ora di alzarti per incontrare i tuoi clienti e contagiarli con il tuo sorriso?
Oppure sfoderi un sorriso di circostanza ogni volta che hai difronte un cliente perché odi il tuo lavoro?
In un post che ho scritto tempo fa, l’argomento è il peggior servizio clienti e scrivo su non ascoltare i clienti.
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